Chi ha sposato Asma' Bint 'umays?
Alī ibn Abī Ṭālib sposò Asma' Bint 'umays .
Ja'far ibn Abī Tālib sposò Asma' Bint 'umays .
Abu Bakr sposò Asma' Bint 'umays .
Asma' Bint 'umays


Alī ibn Abī Ṭālib
ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib (in arabo علي بن أبي طالب?, ʿAlī ibn ʾAbī Ṭālib; La Mecca, 17 marzo 599 – Kufa, 29 gennaio 661) è stato cugino e genero del profeta dell'Islam Maometto, avendone sposato la figlia Fāṭima nel 622. Divenne nel 656 il quarto califfo dell'Islam ed è considerato dallo sciismo il suo primo Imam.
Secondo gli sciiti avrebbe dovuto essere il successore di Maometto, tenendo conto delle frasi pronunciate dal Profeta al Ghadir Khumm, ma sarebbe stato scalzato dai tre califfi: Abū Bakr (632-634), ʿOmar ibn al-Khaṭṭāb (634-644) e ʿUthmān ibn ʿAffān (644-656).
Il padre di ʿAlī, Abū Ṭālib, fratello germano di ʿAbd Allāh, padre di Maometto, era un importante membro della potente tribù meccana dei Banū Quraysh, ancorché di modesta condizione economica, ed era quindi zio paterno di Maometto. Quest'ultimo, rimasto ben presto orfano, venne preso fin da bambino in casa sua di Abū Ṭālib.
Una volta sposatosi con Khadīja, Maometto prese con sé in casa il giovanissimo figlio di Abū Ṭālib, ʿAlī, per alleviare le difficoltà economiche che in quel momento stava patendo lo zio. Da quel momento in poi i due cugini vissero sotto lo stesso tetto e, dopo il matrimonio di ʿAlī con la figlia di Maometto, Fāṭima, comunque a strettissimo contatto fino alla morte del Profeta nel 632.
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Ja'far ibn Abī Tālib

Jaʿfar ibn Abī Ṭālib (in arabo ﺟﻌﻔﺮ ﺑﻦ أبي ﻃﺎﻟﺐ?; La Mecca, 589 – Mu'ta, 629) è stato uno dei figli di Abū Ṭālib, fratello maggiore di ʿAlī ibn Abī Ṭālib e cugino primo del profeta Maometto.
Nel momento in cui il padre si trovò in difficoltà economiche, mentre Maometto prendeva nella sua casa il cuginetto ʿAlī, Jaʿfar invece entrò nella casa del fratello del padre, suo zio al-ʿAbbās b. ʿAbd al-Muṭṭalib.
Fu tra i primi a convertirsi all'Islam e prese parte alla "Piccola Egira" nel 616 in Abissinia assieme alla moglie Asmāʾ bt. ʿUmays (che, andata in seguito sposa poi ad Abū Bakr, gli genererà Muhammad ibn Abi Bakr).
Fu lui che, recitando un brano del Corano al cospetto del Negus (che ne rimase favorevolmente colpito), lo convinse a non permettere che il piccolo gruppo di musulmani fosse espulso dal Paese e, di fatto, riconsegnato ad alcuni inviati dei Quraysh di un Mecca ancora pagana che intendevano reprimere la nuova fede - per loro tuttavia eversiva e pericolosa per gli assetti economica della città higiazena - fintanto che avesse potuto contare su numeri di convertiti decisamente infimi.
In occasione della vera e propria Egira del 622, suo cugino Maometto - che gli era particolarmente affezionato, anche per via di una spiccata rassomiglianza fra loro - lo affratellò a Muʿādh b. Jabal.
Fu designato - assieme al figlio adottivo di Maometto, Zayd b. Ḥāritha, e al poeta ʿAbd Allāh b. Rawāḥa - a comandare uno stuolo di guerrieri che aveva il probabile compito di portare all'obbedienza di Medina gli Arabi beduini che alternativamente si spostavano dall'Arabia settentrionale alla Siria, traversando il Deserto arabico (che verso la costa mediterranea acquista il nome di Deserto siriano).
Morì da martire ( shahīd ), assieme agli altri comandanti, nella battaglia di Mu'ta (settembre del 629), all'età di circa 40 anni, e il suo cadavere fu inumato nei pressi del luogo in cui lo scontro era avvenuto.
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Abu Bakr
